Sui vaccini pediatrici e sull’annosa polemica sulla loro utilità o nocività, amplificata a partire dall’avvento di Internet, ho già scritto più volte in questo spazio. Torno a farlo per segnalare l’opinione di una autorevole esperta, la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Presidente WAidid, Associazione Internazionale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici
e President della SITIP, Società Italiana di Infettivologia Pediatrica. La Prof.ssa Esposito ha diffuso presso la stampa un testo nel quale illustra ciò che c’è di vero e falso su alcune convinzioni più o meno diffuse sui vaccini pediatrici.
È vero, prima di tutto, che sottoporsi al vaccino sia l’unico strumento per combattere le malattie infettive: il vaccino ha consentito di debellare il vaiolo, di ridurre drasticamente la presenza di tetano, poliomelite e difterite così come il morbillo, l’epatite B, la rosolia, la parotite e malattie batteriche come la meningite.
A chi sostiene che il morbillo non sia una malattia pericolosa e che vaccinarsi contro di esso non sia così necessario, la Prof.ssa Esposito controbatte che l’88% dei casi di morbillo registrati in Italia nel 2013 ha riguardato bambini o adulti che non erano mai stati vaccinati e che la mortalità ad esso legata è sempre elevata nei primi anni di vita, quando si possono manifestare complicanze respiratorie o encefalite. Da respingere anche la diceria per cui il vaccino contro il morbillo può causare autismo, nata circa quindici anni fa dalle ipotesi di un medico del Galles (Andrew Wakefield, da me già citato in una precedente news) poi radiato dall’Ordine dei Medici del Regno Unito ma la cui teoria (per sua stessa ammissione inventata per interessi personali) ha trovato una sponda nei detrattori delle vaccinazioni. In merito, tutte le pubblicazioni scientifiche internazionali sono invece unanimi nel documentare l’assoluta mancanza di relazione tra autismo e vaccini non solo contro il morbillo ma anche contro parotite e rosolia, così come il vaccino esavalente.
La Prof.ssa Esposito incoraggia l’utilizzo del vaccino antinfluenzale nei pazienti con malattie croniche, nei bambini e negli over 65, smentendo anche la vulgata secondo cui la vaccinazione possa comportare rischi nei bambini che non vadano oltre effetti collaterali di breve durata, come un po’ di febbre, mancanza di appetito, irritabilità o gonfiore del punto nel quale è stata effettuata l’iniezione; vi sono tuttavia dei casi, seppure molto rari, in cui un bambino si dimostri allergico ad un componente del vaccino ma in questo caso si può intervenire tempestivamente ed efficacemente purché la vaccinazione venga effettuata in ambulatori specializzati ed attrezzati.
I vaccini sono sicuri e non contengono sostanze cancerogene, afferma la Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica, ricordando anche come fino a qualche anno fa fossero ancora presenti nei farmaci dei piccoli quantitativi di mercurio, oggi del tutto assenti. E raccomandando i genitori dei piccoli “viaggiatori” di informarsi con largo anticipo sulla profilassi quando ci si deve recare con la propria famiglia in Paesi ad elevato rischio sanitario, segnalando come alcune malattie come l’epatite A e la febbre tifoide siano ancora piuttosto diffuse in Asia, Africa, Centro e Sud America e la meningite meningococcica per i ceppi A, C, Y, W in Africa e in Medio Oriente.