Ogni anno 400 mila tra neonati e bambini sotto i 5 anni di età vengono colpiti dalla gastroenterite virale, un’infezione (da non confondere con la cosiddetta “influenza intestinale”) piuttosto comune dello stomaco e l’intestino. La causa è quasi sempre da ricercare in virus come il Rotavirus, che colpisce in gran parte i bambini più piccoli e il Norovirus che colpisce anche gli adolescenti e gli adulti; vi sono poi, tra le cause meno frequenti, batteri come la Salmonella e Clostridium difficile.
Nausea, vomito, diarrea o dolori addominali sono i sintomi delle gastroenteriti, siano esse virali o batteriche. Nel mondo, l’infezione da Rotavirus è responsabile della morte di circa 500.000 bambini sotto i cinque anni, per l’80% nei paesi in via di sviluppo; in Italia, così come negli altri paesi industrializzati dove l’indice di mortalità è molto basso, il Rotavirus tuttavia colpisce con frequenza, tanto che si stima che i ricoveri per diarrea dei bambini hanno nell’infezione la causa primaria. Le gastroenteriti virali si contrattano attraverso una trasmissione del virus per via oro-fecale, per contatto o secrezioni respiratorie, attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato. I bambini possono trasmettersi il virus l’uno con l’altro attraverso la contaminazione delle mani, ciò che avviene soprattutto in ambito sociale e quindi negli asili nido; a quel punto la malattia avrà un periodo di incubazione di due giorni per poi manifestarsi attraverso febbre, disturbi gastrici, vomito e diarrea per una durata di 3-8 giorni, al termine dei quali, in moltissimi casi, si risolve spontaneamente. Sarebbe opportuno, tuttavia, fare assumere al bambino dei probiotici in grado di migliorare l’equilibrio della microflora endogena e, nel caso di diarree acute, compensare la perdita di liquidi con reidratazione del via orale, senza sospendere i pasti che devono essere piccoli, leggeri e frazionati.
Prevenire la diffusione delle infezioni è difficile, come viene evidenziato ancora in questi giorni in due congressi, il 33° Congresso della Società Europea di Infettivologia Pediatrica (ESPID) a Lipsia e l’Europaediatrics Congress, a Firenze. L’unica forma efficace di prevenzione, da quasi un decennio, è un vaccino da assumere per via orale a partire dalla quarta settimana di vita. Un vaccino che immunizza contro il Rotavirus (per il Norovirus ve ne sono due ancora in fase di studio) ma che è poco conosciuto, probabilmente perché non fa parte del calendario nazionale della profilassi pediatrica (e, quindi, ovviamente non è gratuito). Aldilà del vaccino, tuttavia, la prevenzione delle infezioni gastroenteriche si può effettuare adottando misure igieniche e comportamentali come lavarsi sempre bene le mani dopo essere stati alla toilette o prima di mangiare o manipolare il cibo (meglio se con un disinfettante a base di clorexidina, ma anche acqua e sapone possono bastare), porre attenzione alla conservazione dei cibi che non devono essere esposti alla temperatura ambientale per più di due ore, consumare la carne ben cotta soprattutto se non si è sicuri della sua provenienza, evitare uova o le salse fatte con uova crude, consumare solo latte pastorizzato, non condividere tovaglioli, bicchieri, posate e stoviglie.