Le paure dei bambini

Le paure sono esperienze naturali e inevitabili per ogni bambino. Per superarle è indispensabile prima di tutto rispettarle e mai ridicolizzarle. Alcuni genitori rimproverano i figli, altri diventano iperprotettivi, altri ancora le sottovalutano. Dobbiamo, però, anche sapere che le paure dei bambini sono un fattore importante per la maturazione psichica e lo sviluppo della personalità.

Esistono diverse forme di paura. Esistono paure che nascono dall’educazione, paure condizionate dallo sviluppo e paure patologiche che necessitano di un trattamento terapeutico (fobie). Per lo più se parliamo di paura, parliamo di un’esperienza naturale per l’essere umano; essa possiede una funzione di salvaguardia e serve a garantire la sopravvivenza, si tratta di una preparazione psicologica e cognitiva necessaria per affrontare una situazione ritenuta pericolosa, esorta alla prudenza e aiuta a valutare realisticamente un pericolo.

Se non fosse stata elemento del corredo naturale, l’umanità non sarebbe sopravvissuta negli ultimi millenni. Le paure però, richiedono anche di essere superate e affrontarle consapevolmente, liberamente, mettervisi di fronte, presuppone fiducia nelle proprie forze. Elaborare una paura rafforza la stima in se stessi, con il formarsi e lo svilupparsi delle paure nel corso della crescita, i bambini attuano e perfezionano anche strategie per superarle.

Alla nascita, il cervello umano non è ancora in grado di reagire in maniera selettiva agli stimoli e di controllare i movimenti. Le reazioni sono globali, non specifiche. Là dove basterebbe un semplice movimento della mano o delle gambe è tutto il corpo ad essere coinvolto. Deve passare un bel po’ di tempo prima che un bambino impari a scacciare un moscone con un gesto della mano invece di limitarsi a scoppiare in singhiozzi.

Nelle prime settimane di vita non si è consapevoli dell’ambiente in cui si vive e non ci si considera separati da esso. Nella percezione globale che ha di sé e del mondo che lo circonda, il neonato fonde il proprio corpo con quello della madre. Quando le sue necessità vengono soddisfatte si sente sicuro e onnipotente. Se nessuno interviene a rassicurarlo resta preda delle sue emozioni. In seguito, quando inizia a differenziarsi dalla madre, incomincia anche a rendersi conto della propria vulnerabilità. Il progressivo sviluppo delle motricità e dell’intelligenza gli consente di fronteggiare alcune minacce e di coglierne di nuove. Ciò spiega perché nel corso dell’infanzia le paure cambino e ci sia una evoluzione durante tutto l’arco della vita.

Le paure dei bambini possono essere divise in tre categorie: le paure innate, presenti alla nascita; le paure legate alla crescita che appaiono a diverse età; le paure apprese in seguito ad eventi traumatici o indotte dall’ambiente di vita.
Rumori improvvisi, flash luminosi, movimenti rapidi, perdita dell’appoggio sono gli stimoli che spaventano i più piccoli. Sono paure innate che rientrano nella più vasta categoria dell’ignoto, dell’imprevisto, del non familiare: timori che nella loro forma originaria sono utili alla sopravvivenza. Un neonato di due o tre mesi, che comincia a distinguere il volto di sua madre, può spaventarsi se questa gli si avvicina indossando un paio di occhiali scuri. È pur vero, tuttavia, che l’attitudine dei genitori e le abitudini possono mitigare le paure innate. È noto a tutti che il miglior sistema per calmare un neonato è tenerlo tra le braccia, cullarlo, carezzarlo, parlargli teneramente.

Alle paure innate fanno seguito le paure legate alla crescita. Già nel secondo semestre di vita compaiono due paure nuove: quella degli sconosciuti e l’angoscia di separazione. Nel notare questo cambiamento c’è chi teme che il proprio bambino stia diventando meno socievole e più “appiccicoso”: prima sorrideva a tutti, ora non più; prima accettava di andare in braccio a chiunque, ora protesta se la mamma si allontana. Ma non si tratta di una regressione bensì di una crisi di crescenza. Queste nuove paure sono indicative dello sviluppo mentale del bambino: ora può cogliere differenze che prima non notava. In più si sta formando in lui un forte legame di attaccamento verso le sue figure protettive.

Quella degli animali è un’altra paura che compare nel corso dello sviluppo: tra uno e tre anni i bambini incominciano ad avventurarsi fuori dai propri limiti abituali e non tutti gli incontri che fanno sonorassicuranti. In questa paura si possono ravvisare tre paure innate: movimenti improvvisi, approccio estraneo, rumori forti. I cani rispondono in pieno a queste tre condizioni. Trattandosi di una paura normaleper l’età non è necessario fare pressioni particolari per contrastarla. Osservando le reazioni degli altri,abituandosi alla presenza dell’animale in condizioni pacifiche, la maggior parte dei bambini superanaturalmente questa paura, a meno che vengano aggrediti o non vivano qualche esperienza sgradevole.

Il buio è un’altra paura frequente tra i due e i sei anni. I neonati non hanno paura del buio perché alla luce si devono ancora abituare. Quando, però, intorno ai due anni e oltre si svegliano nel cuore della notte, magari dopo aver fatto un brutto sogno, e si trovano senza quei punti di riferimento che hanno di giorno, ecco che possono incominciare ad avere paura del “nero” della notte.

Un’ombra, uno scricchiolio, dei passi nel corridoio allarmano molto di più al buio che alla luce. La paura del buio, però, così come altre paure degli anni prescolari (mostri, temporali, streghe, fantasmi….) può assumere un valore metaforico, diventare cioè un contenitore di altre paure legate alla percezione della propria vulnerabilità, come quella di perdersiin un luogo sconosciuto o di non risvegliarsi più il mattino dopo. A partire dal terzo anno di vita l’immaginazione incomincia a lavorare e si costruisce i suoi scenari e le sue interpretazioni. I bambini siconfrontano con aspetti della realtà che prima non prendevano in considerazione: commenti sgradevoli,litigi degli adulti, malattie, scene impressionanti sugli schermi.

Alcune paure hanno origine da esperienze traumatiche (malattie, incidenti, morte di un congiunto). I genitori non possono impedire che certi eventi si verifichino, possono però cercare di rassicurare i bambini nei momenti difficili. Alcuni incidenti minori possono anch’essi provocare paura. Per esempio, un bambino che si diverte nell’acqua della vasca da bagno può, se l’acqua è troppo calda o se il sapone gli finisce negli occhi, sviluppare una paura per l’acqua oppure per la vasca da bagno. Analogamente, dietro alla paura di certi alimenti può nascondersi la paura di nutrirsi. Una madre che insiste troppo con il cibo può inconsapevolmente indurre nel suo bambino questo tipo di paura.

Sono esperienze naturali e inevitabili per ogni bambino. Per superarle è indispensabile prima di tuttorispettarle e mai ridicolizzarle. E, naturalmente, non alimentarle con i timori degli adulti.
Alcuni genitori rimproverano i figli, altri diventano iperprotettivi, altri ancora le sottovalutano. Dobbiamo, però, anche sapere che le paure dei bambini sono un fattore importante per la maturazione psichica e lo sviluppo della personalità.