Il rapporto che il bambino ha con il cibo può diventare uno degli ostacoli più temuti per i genitori. Molti si chiedono se sia giusto far giocare il bimbo con il cibo o se, al contrario, bisogna evitare che il pasto diventi un momento ludico. Quel che è certo è che il rapporto con il cibo cambia e si trasforma a seconda dell’età…
Il rapporto che il bambino ha con il cibo può diventare uno degli ostacoli più temuti per i genitori, specie quando il momento del pasto trasforma il vostro piccolo e tranquillo figliuolo in un mostriciattolo appiccicoso e pronto a lanciare cibo ovunque!!!
Molti genitori si chiedono se sia giusto far giocare il bimbo con il cibo o se, al contrario, bisogna evitare che il pasto diventi un momento ludico.
Quel che è certo è che il rapporto con il cibo cambia e si trasforma a seconda dell’età. A 12-18 mesi i bambini mangiano ormai quasi tutto ed è il momento giusto per proporgli di assaggiare qualche novità! L’accettazione dei nuovi cibi è strettamente correlata alle esperienze sociale e cognitive del bambino. Ma proprio in questa età, il bambino vuole giocare con il cibo e la funzione nutritiva sembra passare in secondo piano. In questo caso è importante per i genitori seguire delle semplici regole quali:
- Far arrivare il bambino a tavola con il senso della fame, rassicurandolo al contempo che presto verrà saziato!
- Incoraggiare il bambino a mangiare da solo anche se utilizza le mani o si sporca ma spiegargli che non si gioca con il cibo quando si mangia e che dopo il pasto gli darete la possibilità di manipolare e divertirsi con farina, pasta cruda, legumi etc…
- Se il bambino gioca con il cibo senza più mangiare è bene togliere il piatto e fargli comprendere che se non ha più fame il momento del pasto è finito.
A 18-24 mesi, normalmente, il bambino mangia autonomamente a tavola con la mamma e il papà e ciò è importante per l’affermazione della sua indipendenza. Per questo è bene che il pasto consumato a tavola sia uguale per tutti. Il problema nasce quando il bambino rifiuta di mangiare ciò che gli viene proposto ed è difficile dire se è bene o meno dare l’alternativa. Sicuramente va considerato che il bambino in questa età diviene oppositivo proprio perché vuole sempre di più affermarsi e quindi il genitore deve capire se il rifiuto è legato al gusto o ad un’opposizione e quindi riuscire ad offrire comprensione ma essere allo stesso tempo fermo per quanto riguarda le regole stabilite.
A 2-3 anni il momento del pasto diviene anche un momento di condivisione familiare in cui ci si racconta e si condivide come ognuno ha trascorso la giornata. L’autonomia del bambino si rafforza e il genitore dovrebbe dargli la possibilità di servirsi da solo in modo che capisca a poco a poco quale sia la giusta porzione per lui e riconoscere il senso di sazietà senza spreco di cibo.
Inoltre si può passare all’utilizzo di piatti di ceramica e bicchieri di vetro responsabilizzandolo sempre di più.
Infine a 4-5 anni il momento del pasto dovrebbe ormai essere ben interiorizzato e il bambino sarà in grado di scegliere il cibo in base al proprio gusto e di riconoscere anche la composizione dei piatti che gli vengono proposti.
Quello che è sempre importante è di non far mangiare mai il bambino da solo proprio perché deve essere un momento di dialogo e condivisione. E deve essere anche un momento piacevole e non un interrogatorio del tipo: “Oggi hai studiato? Ti sei lavato? Hai fatto il tuo dovere?”
Bisogna permettere al bambino di mangiare con calma dandogli anche la possibilità di fare una pausa tra un piatto e l’altro in modo tale di poter percepire anche meglio il senso di sazietà.
La soluzione migliore è seguire queste poche e semplici regole e dare il tempo al bambino di scoprire un nuovo gusto proponendoglielo almeno per tre volte, per evitare che finisca subito sulla lista nera dei cibi da evitare!