Bambini e Terremoto

Come spiegare un terremoto ai bambini? La domanda è diventata di drammatica attualità dopo gli eventi sismici verificatisi a fine agosto e poi a novembre 2016 nel Centro Italia. Riportiamo qui alcune risposte al riguardo da parte degli specialisti della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.

Come spiegare un terremoto ai bambini? La domanda è diventata di drammatica attualità dopo gli eventi sismici verificatisi prima a fine agosto e poi a novembre 2016 nel Centro Italia. Una domanda che evidentemente riguarda tanto i bambini direttamente coinvolti quanto quelli che, pur lontani dai luoghi colpiti, ne hanno sentito parlare o addirittura hanno avvertito le scosse nelle loro case. Ai primi, ma soprattutto ai loro genitori, possono essere utili i consigli provenienti dalla Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale che ha stilato una sorta di vademecum su come relazionarsi con i più piccoli di fronte ad un evento fortemente destabilizzante che cancella i punti di riferimento e impone di adattarsi a nuove abitudini di vita. Naturalmente, nel parlare con i bambini, si dovrà tenere conto di vissuti diversi e diverse sensibilità, così come utilizzare approcci differenti secondo l’età del bambino, ma le linee guida dei pediatri e degli psicologi della SIPPS sembrano generalmente applicabili in tutti casi. Si comincia con il valorizzare gli esempi di solidarietà, sia quelli di cui i bambini possono essere diretti testimoni che quelli provenienti da altre parti d’Italia: ciò perché, dopo una catastrofe, tendono ad emergere il senso di solitudine e di abbandono che possono essere vinti dalla percezione del calore umano. Secondo gli esperti della SIPPS, inoltre, è auspicabile che un genitore sappia creare aspettative stimolanti che si possano sovrapporre, nella mente del bambino, ai disagi e alle sofferenze: spiegargli che potrà avere una casa e una scuola più bella e sicura, ad esempio, può avere effetti sul suo stato d’animo. Utile anche individuare gli aspetti positivi di ogni situazione senza mostrarsi troppo preoccupati (valorizzando, ad esempio, quel senso di comunità che porta la condivisione dei sentimenti) così come aiutare il bambino ad esternare ciò che prova, ricorrendo ai disegni e alla loro valenza terapeutica e lasciando che il bambino possa gestire i propri ricordi senza esprimere nostalgia per ciò che non c’è più. E ancora è bene spiegare ai bambini che i terremoti sono eventi naturali cui bisogna prepararsi; i genitori, inoltre, devono offrire il loro esempio cercando di riprendere le loro attività quotidiane dando una parvenza di normalità. Infine è indispensabile, per i pediatri, che i genitori sappiano intercettare e segnalare allo specialista quei segnali di ansia e disagio che potranno richiedere un approccio specifico, si tratti di mal di testa o di dolori più o meno vaghi.