La visione in 3D per i bambini

Tanti genitori si chiedono se possa essere dannosa, per i bambini, la visione di film in 3D. Il Ministero della Salute si è preso carico dell’argomento cercando di capire quali possano essere le conseguenze di una visione prolungata nei bambini e fino a quale età è consigliabile non esporre la vista al 3D. La Società di Oftalmologia sostiene poi che gli occhiali in 3D non provocano alcun danno.

Tanti genitori si chiedono se possa essere dannosa, per i bambini, la visione di film in 3D. Il Ministero della Salute si è preso carico dell’argomento cercando di capire quali possano essere le conseguenze di una visione prolungata nei bambini e fino a quale età è consigliabile non esporre la vista al 3D.

In primo luogo l’attenzione si è focalizzata sulla necessità di rendere l’utilizzo degli occhiali del tipo monouso per evitare eventuali rischi di infezione; per questo è stato richiesto obbligatoriamente che, in quanto occhiali, siano muniti di marchio CE come prevede la legge.

Il limite per i bambini viene consigliato perché “qualche disturbo di ordine funzionale, senza determinare danni o patologie irreversibili, può insorgere in soggetti di tenera età, sia perché ancora la visione binoculare non è presente o non è del tutto consolidata, sia perché essi possono essere affetti da strabismo o da ambliopia o da altro difetto visivo (diagnosticato o meno), sia perché possono trovarsi in fase di riabilitazione del visus”. Questi disturbi, secondo gli esperti del Consiglio Superiore di Sanità, “possono riguardare anche gli adulti qualora lo spettacolo, osservato in stereopsi, si prolunghi per un tempo eccessivo senza interruzione di continuità”.

Da queste osservazioni è conseguita la Circolare 12486 del 17 marzo 2010 – Ministero della Salute che esprime quanto segue:
Il Ministero della Salute ha emanato in data 17 marzo 2010, in seguito al parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, la Circolare prot. 12486 “Occhiali 3D per la visione di spettacoli cinematografici”.
In tale Circolare viene sottolineato come sia stato rilevato che “in soggetti in tenera età in seguito all’utilizzo di questi occhiali può insorgere qualche disturbo di ordine funzionale (nausea, vertigine ed emicrania), senza tuttavia che si abbiano danni o patologie irreversibili. Tali disturbi sono generalmente legati al fatto che nei bambini più piccoli la visione binoculare non è ancora presente o non del tutto consolidata oppure perché possono sussistere difetti della vista”.
Viene, inoltre, posto in evidenza, come “gli stessi disturbi funzionali possono riguardare anche gli adulti se lo spettacolo osservato in visione stereoscopica si prolunga per un tempo eccessivo senza interruzione”.

In considerazione di quanto sopra vengono ribadite dal Ministero alcune importanti indicazioni:

• l’utilizzo di occhiali 3D è controindicato per i bambini al di sotto dei 6 anni d’età;
• l’utilizzo di occhiali 3D negli adulti va limitato nel tempo, per una durata complessiva non superiore a quella di un singolo spettacolo compreso l’intervallo;
• l’utilizzo di occhiali 3D deve essere garantito agli spettatori con fornitura del tipo monouso (in considerazione del rischio di un aumento di trasmissione di infezioni batteriche e virali derivanti da un’utilizzazione inadeguata del prodotto multiuso).

Quello a cui bisogna fare particolare attenzione è la presenza di alcuni sintomi persistenti e frequenti.
L’American Academy of Ophthalmology sostiene, infatti, che lo sviluppo della vista non possa essere compromesso dalla visione occasionale di un film o di un videogioco in 3D, ma che sintomi di affaticamento oculare e mal di testa possono emergere con maggiore facilità in bambini con problemi della vista quali strabismo e ambliopia (occhio pigro) e in chi ha problemi di percezione della profondità.
Ad oggi non disponiamo di studi sugli effetti a breve e lungo termine del 3D sulla salute degli occhi e sullo sviluppo oculare dei bambini. Il consiglio è quello di stare attenti ai propri bimbi nel caso sviluppino costantemente mal di testa, vista affaticata o non riescano a vedere il 3D, perché potrebbero essere segni di un problema della vista degno di approfondimento.

Allora è “allarme occhialini”? A tranquillizzare le famiglie interviene la Società di Oftalmologia (SOI) che sostiene che in realtà gli occhiali in 3D non provocano alcun danno all’apparato visivo. Le persone affette da penalizzazioni visive in uno dei due occhi vanno informate circa l’impossibilità di usufruire a pieno della qualità della visione 3D. Vanno poi reintrodotti i classici 15 minuti di intervallo tra un primo ed un secondo tempo. La SOI appare perplessa riguardo all’indicazione di limitare la visione 3D ai bambini sopra i 6 anni per queste motivazioni. Il senso di stereopsi e di visione binoculare, necessari ad apprezzare la visione in 3D, si sviluppano a 4 mesi d’età. I bimbi di 3 anni hanno una capacità automatica di accomodazione (messa a fuoco) 10 volte superiore rispetto ad una persona di 21 anni e questa caratteristica deve essere considerata una “protezione” positiva. Inoltre, portare i bimbi a vedere un film in 3D non è pericoloso ma può essere considerato un vero e proprio test di “provocazione” che produce precisa indicazione per l’effettuazione di una visita oculistica nel caso il bambino dimostri specifici disagi.

Insomma la Società Oftalmologica Italiana rassicura tutti i genitori: anche se hanno portato bimbi di età inferiore a 6 anni al cinema in 3D non hanno procurato alcun danno all’apparato visivo dei propri figli.