Il corpo in gioco

La corporeità nei bambini è un’esigenza naturale, ma è anche una necessità legata alla ricerca della propria identità: con il corpo i bambini entrano in relazione con gli altri, con il mondo, ricercano equilibrio tra esterno e interno, riconoscono e si riconoscono, imparano a bilanciare movimento e ascolto in una relazione fertile e fiduciosa.

Il corpo dei bambini è veicolo di emozioni e stupori, contiene vissuti e bisogni incessanti d’esplorazione e d’immaginazione, un patrimonio in continuo movimento e trasformazione: le domande e le curiosità si susseguono, anche quando non si è ancora capaci di esprimerle verbalmente.

È necessario, tuttavia, osservare come le aspettative, i ritmi del quotidiano, l’utilizzo avanzato delle tecnologie… generino talvolta fattori inibitori nel processo di conoscenza ed esplorazione del proprio corpo, veicolo di un intelligenza spesso relegata in secondo piano. La mancanza di un tempo-spazio dedicato algioco, scevro da interruzioni, rispettoso del suo libero fluire in un processo autonomo di scoperte motorie eapprendimenti, tende a rendere i bambini adulti prima del tempo, senza essersi conosciuti a fondo e senza avere sperimentato il piacere di definirsi e arricchirsi attraverso le proprie scoperte.

Il laboratorio “SpazioCorpo” dà spazio e tempo e quindi legittimità al linguaggio del corpo, rendendo i bambini più autonomi e fiduciosi del proprio agire, più capaci di controllare i propri impulsi e le proprieazioni, senza negare il loro bisogno di esprimersi attraverso il movimento.

La corporeità nei bambini è un’esigenza naturale, ma è anche una necessità legata alla ricerca della propria identità: con il corpo i bambini entrano in relazione con gli altri, con il mondo, ricercano equilibriotra esterno e interno, riconoscono e si riconoscono, imparano a bilanciare movimento e ascolto in unarelazione fertile e fiduciosa che, per svilupparsi, per crescere e prendere forma, ha bisogno di tempo equiete.

L’esperienza di quest’anno con i bambini di prima, seconda e terza sezione della scuola dell’infanzia ha creato uno spazio di condivisione e di integrazione, di gioco e acquisizione di nuove competenzecanalizzando, a poco a poco, la loro vitalità nell’apprendimento di strutture di gioco ritmico nelle quali la pulsione al movimento corporeo ha acquistato maggiore organizzazione e consapevolezza. I bambini hanno affinato la loro sensibilità e la loro capacità di percezione di sé e dello spazio esterno.
Nel rispetto delle competenze legate alle diverse età, hanno appreso l’alfabeto del corpo, hanno esplorato i suoi linguaggi, e hanno “parlato” con esso, provando a raccontarsi attraverso le multiformi evoluzionidettate dai cambiamenti del ritmo musicale.

All’interno del laboratorio i bambini hanno potuto svelarsi, comprendere meglio le proprie risorse e i proprilimiti, si sono misurati con gli altri e anche con l’attesa, liberandosi a poco a poco dall’ansia del risultato. La spinta creativa, presente in ognuno in forme diverse, la libertà espressiva conquistata, hanno permesso dicondividere emozioni, gioie e tensioni, creando un linguaggio riconoscibile, basato sull’agire, attraverso cui ogni bambino ha ricercato una modalità personale di relazione con il gruppo.

Il corpo a scuola è il primo strumento di conoscenza, di espressione e comunicazione. I bambini portano prima di tutto il loro corpo, con la sua storia raccontata istante dopo istante, giorno dopo giorno, prima ancora delle parole e del pensiero espresso.
Nei più piccoli è il linguaggio del corpo che comunica: gioia, tensione, benessere, malessere. Il movimento è un bisogno naturale, è lo strumento di conoscenza, di relazione e di gioco primario. La conoscenza del proprio corpo-strumento non è un processo astratto, ma una sperimentazione che si realizza attraverso l’educazione al movimento e all’ascolto.

La musica stimola l’emergere di una sensibilità individuale rispetto al ritmo, all’ambiente, accompagna leemozioni, mette in comunicazione l’un l’altro, determinando un piacere estetico e poetico.

Nello spazio ci muoviamo ricercando armonia, organizzazione, contagiamo i nostri stati d’animo, i nostrivissuti, le nostre fantasie, danziamo con esse, comprendiamo l’importanza del senso di appartenenza a un gruppo, alle sue regole e ai suoi bisogni, decentrando il punto di vista. Impariamo il piacere di “abitare” insieme lo spazio – la nostra “zattera magica” – che  diviene una pagina bianca sulla quale disegnare le nostre tracce, attenti a non urtare l’altro, mantenendo una “buona distanza”, rallentando se il ritmo è lento,rilassandoci se la musica suggerisce calma o scoprendo movimenti più veloci e coinvolgenti che richiedono sempre più precisione, più attenzione, per non perdere il ritmo, ritrovandoci poi fuori dal gioco, fuori dalla “zattera”.
Impariamo, attraverso la musica, a utilizzare gli oggetti: ombrelli, cappelli, foulard, magliette, palle, scarpe… proviamo il piacere di sentirci autonomi nell’agire, forti del fatto che il ritmo suggerisce, orienta, unisce,rassicura.

Il bambino è esploratore e l’ambiente è la fonte principale delle sue conoscenze. Il bambino lo sa: quando il corpo è fermo, anche la mente è ferma. Quando il corpo è in movimento, anche la mente lo è.

Cristina Baruffi